CREME SOLARI: LA GUIDA PER SCEGLIERE LE PIÙ SOSTENIBILI

Nomini la parola vacanza e subito ti viene in mente (non necessariamente in quest’ordine): mare, montagna, vacanze, relax, birra, festa, spiaggia, ustioni, crema solare…

La crema solare è un must-have dell’estate, anche se bisognerebbe metterla quotidianamente se si è esposti ai raggi solari. Se avete quindi programmato di rimanere in città o di fare una passeggiata in campagna il prossimo weekend, tenete a mente che la crema solare non deve mancare anche in questi casi nella borsa. 

Sì, ma…Come faccio a scegliere la crema solare adatta a me e che sia anche ecosostenibile?

Ottima domanda, ci sono diversi fattori che influenzano la scelta del solare ma c’è anche un denominatore comune che dovrebbe aiutarti a orientarti meglio: la crema solare deve impattare il meno possibile sull’ambiente, ma allo stesso tempo deve proteggere dai raggi UVA/UVB. Acquistare con consapevolezza una crema solare eco-friendly e ocean-friendly è possibile; basta conoscere le alternative giuste e in questo articolo ti mostro le creme solari più sostenibili e performanti sul mercato. Affrontiamo insieme i tre pilastri per poter scegliere consapevolmente la protezione solare che inquina meno: filtri inorganici, crema reef-safe e packaging plastic free.

FILTRI ORGANICI E INORGANICI: LEGGI BENE L’ETICHETTA

Una delle distinzioni doverose da fare è quella tra creme solari con filtri organici (o chimici) e filtri inorganici (o fisici).

Quelle che si trovano normalmente in commercio contengono perlopiù filtri organici. Questi filtri vengono spesso erroneamente definiti chimici e possono apparire subito in accezione negativa. Ma tutti i filtri solari sono composti chimici che hanno il compito di proteggere la pelle dai raggi UV.  

Ma allora cosa cambia rispetto a quelli definiti “fisici”? Cambia il meccanismo d’azione.

I filtri organici (chimici) assorbono le radiazioni UV come succede con il pigmento della melanina. In questo caso, le radiazioni assorbite vengono rilasciate sotto forma di energia (calore): per questo può succedere che, dopo aver applicato alcune creme solari, si ha una sensazione di caldo più intenso sulla pelle.

La Food and Drug Administration (FDA), l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, ha decretato che sono sicuramente quattro (ma potrebbero essere di più) i principi attivi da evitare e che sono presenti in moltissime creme solari: avobenzone, oxybenzone, octocrylene ed ecamsule. L’oxybenzone viene solitamente usato come foto stabilizzatore nelle creme solari e protegge la pelle dagli ultravioletti: il problema è che penetra moltissimo nella pelle, stimolando la produzione di radicali liberi e alterando il sistema endocrino.  L’octocrylene è l’altro principio attivo che protegge dalle radiazioni UVB e UVA corte. Può però causare dermatiti da contatto sia negli adulti sia nei bambini. E anche per questo filtro solare viene stimolata la produzione di radicali liberi perché si assorbe facilmente nella cute. Le creme solari contenenti questi due filtri, oxybenzone e octocrylene, sono da scartare immediatamente.

I filtri inorganici (fisici), invece, riflettono i raggi UV, quindi si forma come uno schermo sulla pelle che riflette e disperde gli ultravioletti. I filtri inorganici vengono chiamati così perché non hanno atomi di carbonio all'interno della loro composizione. Tra i filtri inorganici troviamo l’OSSIDO DI ZINCO e il BIOSSIDO DI TITANIO, che devono essere presenti nella crema solare sempre in forma “non nano” per essere sicuri per l’ambiente e per la pelle (Con il termine nanoparticella si identificano normalmente delle particelle formate da aggregati atomici o molecolari con un diametro compreso indicativamente fra 1 e 100 nm.).

CREME SOLARI OCEAN-FRIENDLY PER PROTEGGERE I CORALLI

Pensa che, secondo il National Park Service, ogni anno 14,000 tonnellate di crema solare vengono disperse nell’ambiente marino e quindi entrano in contatto con le specie che vi abitano. I coralli sono tra le colonie che subiscono l’effetto dei filtri organici oxybenzone e octocrylene (ci sono poi alterazioni del sistema riproduttivo di pesci e mammiferi e interferenza di crescita delle alghe): molti studi hanno dimostrato che questi due filtri sono tra le cause dello sbiancamento e del deterioramento dei coralli. L’oxybenzone e l’octocrylene vanno a intaccare e indebolire il corallo che non riesce a far fronte allo stress ambientale, come l’aumento delle temperature. Il corallo, così debole e inerte, comincia a sbiadire e soccombere. La morte della biodiversità marina conduce alla desolazione del Pianeta: ricordiamoci che l’oceano produce almeno il 50% dell’ossigeno che respiriamo!  

Se pensiamo ai coralli pensiamo solo alla Grande Barriera Corallina in Australia. Ma anche qui nel nostro mar Mediterraneo sono presenti i coralli. Sono nella Riserva marina di Portofino (Liguria) e in diverse zone costiere della Sardegna (tra cui il tratto di costa di Alghero, noto come la Riviera del Corallo). E sorpresa - al largo di Monopoli, in Puglia, è stata scoperta nel 2019 la prima barriera corallina del Mar Mediterraneo!

Palau e le Hawaii hanno già bannato e vietato l’uso e il commercio di creme solari contenenti filtri organici dannosi per l’ecosistema marino: le prossime saranno le Isole Vergini americane e l'isola caraibica olandese di Bonaire. 

CREME SOLARI SENZA PLASTICA

Anche l’imballaggio delle creme solari ha la sua importanza. Per essere sostenibile al massimo una crema solare con filtri fisici non nano e che rispetta il mare deve prevedere anche un packaging plastic free. L’alternativa alla confezione usa e getta di plastica è il flaconcino o la latta di alluminio riciclabile all’infinito. Da evitare le creme solari spray perché, oltre a non svolgere bene il loro compito e applicare la giusta dose di spf, c’è anche un alto rischio di inalare il prodotto: molte sostanze presenti nei prodotti solari sono considerate sicure ad uso topico ma pericolose se inalate.  

Queste sono le linee guida per poter scegliere una crema solare il più possibile sostenibile per l’uomo e per l’ambiente. Valgono naturalmente le regole di esposizione al sole: spalmare la crema con SPF 30 o 50 un quarto d'ora prima dell'esposizione al sole e ripetere l'applicazione ogni due ore e ogni volta che si fa il bagno o si pratica sport. Coprirsi con cappellini e t-shirt (mi raccomando anche se si sta sotto l'ombrellone i raggi ultravioletti passano). Evitare di esporsi al sole nelle ore più calde, tendenzialmente tra le 11 e le 16. Il cielo nuvoloso permette comunque il passaggio delle radiazioni, mentre sabbia e acqua riflettono i raggi solari. 

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